Descrizione
“Abbiamo inventato una macchina pensante” Herbert Simon, 1956
Il termine intelligenza artificiale venne usato per la prima volta da John McCarthy tra il 1955 e il 1956 per indicare una disciplina il cui scopo era costruire sistemi che potessero simulare l’intelligenza, ma i tentativi di costruire macchine intelligenti erano in corso da decenni: i fondamenti matematici e tecnici per la costruzione di piloti automatici fuorono definiti intorno al 1920 e la cibernetica (da kyber, timone) nacque negli anni Quaranta. Nel 1943, Warren McCulloch e Walter Pitts proposero la prima formalizzazione matematica di un neurone che, implementata usando un computer nel 1957 da Frank Rosenblatt con il nome di percettrone, è ancora oggi la componente di base delle reti neurali in uso. In parallelo, si sono sviluppate anche le paure associate alla perdita di controllo degli automi: la parola “robot” fu introdotta nel 1920 nella pièce teatrale distopica R.U.R. (I robot universali di Rossum), al termine della quale l’umanità viene sterminata. A distanza di 70 anni dalla nascita del termine “intelligenza artificiale” e a 100 anni dalla pubblicazione di R.U.R., siamo veramente ad un punto di svolta?
Questo libro presenta una breve introduzione storica e fornisce in modo chiaro e accessibile i concetti alla base delle applicazioni sviluppate negli ultimi anni, per comprendere e interpretare le notizie che quasi quotidianamente parlano, a volte in maniera utopistica, a volte in maniera scettica, di intelligenza artificiale.